le feste - Pescasseroli

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Ancora oggi, passeggiando per il paese, si possono incontrare delle anziane donne vestite con il costume nero tradizionale, di istituzione recente. Secondo i racconti popolari, il costume nero fu introdotto nell’uso per una circostanza particolare: nel 1846 alcune donne, che andavano ad Ischia per delle cure termali, furono oggetto, a Napoli, di attenzioni indiscrete. Per sfuggire a ulteriori pericoli le donne si rifugiarono a Procida ove scambiarono i loro costumi con quelli delle donne dell’isola. Il vero motivo per cui le donne cominciarono ad usare il costume nero più sobrio del tradizionale, era il suo essere più economico, più comodo e adatto a quella naturale tristezza che accompagnava la solitudine in cui erano lasciate le donne per buona parte dell’anno.
Pescasseroli ha vissuto in effetti la grande epopea della transumanza ed è stato il punto di partenza di uno dei tratturi principali: il tratturo Pescasseroli-Candela. Ciò ha determinato la concentrazione delle feste importanti nel periodo estivo. quando, al ritorno dei pastori, la presenza femminile si reintegrava con quella maschile.
Alcune manifestazioni della tradizione pescasserolese risultano oggi modificate, nella morfologia o nella percezione del loro significato, da finalità di carattere turistico. Un esempio è la festa del Corpus Domini che attualmente, con la pittoresca infiorata, richiama numerosi turisti. Per iniziativa del parroco Don Vincenzo De Mario, dal 1991 viene realizzata un'infiorata con materiali predisposti molto tempo prima della ricorrenza festiva. Gruppi di volontari, coordinati dal parroco, provvedono alla raccolta dei fiori, delle foglie di mortella e della posa del caffè. Il parroco sceglie ogni anno i disegni che formeranno il tappeto ornamentaleSulle vie e i vicoli del paese si lavora incessantemente tutta la notte e alle 9.00 del mattino tutto è pronto; le strade del paese sono affollate di turisti che fotografano e filmano sia l'infiorata che gli altarini.
 
L' ultima domenica di luglio si svolge la festa della Madonna di Monte Tranquillo. L'origine della venerazione della Madonna Nera di Pescasseroli può essere testimoniata fin dal 1283, quando Cristoforo d'Aquino, ebbe la concessione da Carlo d'Angiò di tenere una fiera l'8 settembre, giorno della festa dell'Incoronata.
Nel piazzale della chiesa S.S. Apostoli Pietro e Paolo si riuniscono i fedeli, le autorità comunali, il gruppo alpini in congedo, il complesso bandistico e un folto gruppo di persone a cavallo. Tutti in opportuna tenuta da montagna. La processione si snoda lungo alcune vie del paese per poi proseguire verso il santuario di Monte Tranquillo.
Poco oltre la metà del lungo cammino, dopo circa tre ore, il corteo sosta per riposare in un luogo chiamato il manto della madonna, cosiddetto perché, secondo la credenza popolare, vi sorge una roccia a forma di grosso mantello. La leggenda vuole che in quel punto la Vergine Maria, dopo un'estenuante cammino, si sia seduta per riposare lasciando sul masso l'impronta del suo manto celeste. Il corteo infine si ricompone per giungere sino al santuario.
La Madonna Incoronata si festeggia a Pescasseroli l'8 settembre, giorno della natività della Vergine Maria. Come in tutte le feste importanti, la novena è annunciata con un concerto di fuochi pirotecnici e il suono a distesa delle campane. Il Vescovo Brizi nel 1752, con una celebrazione solenne incoronò la Vergine presso alcune colline che sovrastano il paese da allora denominate Colli dell'oro. Anche il poeta-pastore Cesidio Gentile ricorda l'incoronazione della Vergine, nei canti secondo e decimo della suaLeggenda Marsicana.
Il 29 e il 30 giugno a Pescasseroli si festeggiano i santi patroni Pietro ePaolo. Nove giorni prima della data ufficiale si avverte il clima festoso dal suono delle campane a distesa, dai fuochi pirotecnici, dalla novena recitata ogni sera in chiesa prima della messa e dall'esposizione delle statue di san Pietro e Paolo nell'abbazia a loro dedicata. Si trattava di una ricorrenza molto importante poiché coincideva con il ritorno dei pastori dal Tavoliere delle Puglie e rappresentava la prima occasione di festa dell'anno a cui aderivano anche gli uomini e quindi un momento di rincontro per tutta la famiglia.
La festa del Natale è introdotta dalla novena cantata con solennità e grande partecipazione popolare nella chiesa parrocchiale prima della messa serale. Il giorno della vigilia il gruppo alpini diPescasseroli, dal primo mattino, innalza un altissimo falò (la tomba) con circa cento quintali di legna, messa a disposizione dal Comune.
La tomba, dalla caratteristica forma a cono, viene accesa la vigilia del Natale. Dopo la classica cena della vigilia, atteso rigorosamente nel corso della giornata con l'astinenza dalle carni, gran parte della popolazione assiste alla messa solenne della mezzanotte. Il 17 gennaio si
 svolge la festa dedicata a S.Antonio Abate. Quasi ovunque in Abruzzo, nel giorno dedicato al santo si benedice il bestiame davanti ai sagrati dlle chiese e vengono accesi enormi fuochi in suo onore, che evidenziano il motivo calendariale della festa coincidente con il periodo invernale. Un'altra particolare tradizione, ricorrente nel periodo invernale, è la benedizione dei dolciumi il 3 febbraio, festa di San Biagio protettore dei mali della gola. In questo giorno, infatti, gran parte della popolazione si riunisce nella chiesa parrocchiale per la comune benedizione della gola ma soprattutto per benedire zucchero, caramelle e dolciumi vari. Una volta si benedivano soltanto le zollette di zucchero, le caramelle alla menta e le radici di liquirizia che i pastori portavano dalla Puglia. Tutto veniva custodito gelosamente e consumato solo in caso di problemi alle vie respiratorie
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